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In foto, Luca Grechi, 2022, Tra fiume e mare, murales, dimensione ambientale

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In foto, da sinistra Pierre Gaignard, Lulù Nuti, Luca Grechi

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In foto, Lulù Nuti, Luca Grechi

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In foto, Luca Grechi, Maschere, 2022

ANTE OPERAM 
a cura di pianobi in collaborazione con fontan più stella
Palazzo Marescalchi Belli, Roma


LUCA GRECHI testo a cura di Ilaria Federici

l contributo di Luca Grechi per “Ante Operam” si articola in una rimodulazione ambientale della sua ricerca pittorica e in un’installazione di lavori in ceramica. L’aspetto finale del murales sfugge da ogni previsione che non sia cromatica: il colore blu è il solo dato certo di un processo creativo che accoglie l’imprevisto e lo sublima a partire da “un’idea sensazionale” di fluidità. L’associazione spontanea con le acque del Tevere racconta di una liquidità placida e proliferante, la cui mutevolezza è anche concettuale e si articola nella stratificazione millenaria di storie e miti legati a questo elemento naturale. Anche l’attività pittorica è una sedimentazione progressiva dall’esito imprevedibile, in cui uno strato di colore si sovrappone a un segno precedente, lasciando agire la casualità come manifestazione vibrante di una preesistenza che attende di essere indagata. Seppur in termini differenti, l’inatteso partecipa anche alla genesi e alla lavorazione delle sculture in ceramica. Il particolare aspetto lacunoso è il regalo di un imprevisto fortunato e, insieme a un tratto scultoreo “sporco”, volutamente rapido e non rifinito, dona ai lavori il fascino del frammento giunto da luoghi e tempi remoti. Modellare la ceramica risponde al bisogno immediato del fare e si colloca in posizione antitetica rispetto alla ricerca su tela, interlocutrice prediletta di un lento e continuativo domandare mai uguale a sé stesso che necessita di un tempo proprio per esistere e per essere compreso; una pausa silenziosa, ma gremita di significati in attesa del tocco che li interroghi.

La mostra ANTE OPERAM è il primo progetto outdoor di pianobi, centro sperimentale di arte contemporanea di Isabella Vitale, in collaborazione con Flaminia Bonifaci responsabile di fontana più stella house, appartamenti privati all’interno di Palazzo Marescalchi Belli in pieno centro storico di Roma, al numero 1 di Piazza del Porto di Ripetta. La mostra si svolge al 5° e 6° piano del palazzo, un terrazzo dal quale è possibile godere della vista sulla città storica ed il fiume Tevere e vede la partecipazione di sei artist.i.e: Eleonora Cerri Pecorella, Pierre Gaignard, Luca Grechi, Lulù Nuti, Cristiana Pacchiarotti e Julien Prévieux, quest’ultimo impegnato inoltre in un progetto a cura di Isabella Vitale in collaborazione con la Litografia Bulla che, parallelamente alla mostra Ante Operam, ospiterà nella sua “finestra su strada” in via del vantaggio, 2, le litografie realizzate assieme all’artista francese, risultato di una performance girata all’interno di Palazzo Marescalchi Belli. Il progetto vede inoltre la partecipazione di Beatrice Ciotoli, Nicolò Franco, Irene Iodice, Martina Macchia, Andrea Masucci, Giorgia Mele, Valentina Rigano, Noemi Zappalà, studenti e studentesse di comunicazione e didattica dell’arte e valorizzazione del patrimonio artistico contemporaneo presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, coordinati dal professor Claudio Libero Pisano, e di Rebecca Bevilacqua, Ilaria Federici, Chiara Lorenzetti, Giulia Pavesi Astua, studentesse di storia dell’arte contemporanea del dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo dell’Università La Sapienza di Roma coordinate dal professor Claudio Zambianchi, implicati nella messa in opera del progetto, nella redazione dei testi e nell’accompagnare i visitatori attraverso la mostra, sia al palazzo che presso la litografia. Gli ambienti dove sono realizzate le opere site-specific si trovano attualmente allo stato rustico e saranno presto soggetti di una ristrutturazione per creare altri appartamenti atti ad ospitare non solo residenze, ma anche eventi d’arte. Da qui il titolo “Ante Operam” termine tecnico utilizzato in architettura che definisce una casa prima del progetto di ristrutturazione, pretesto per una riflessione aperta su più fronti: dalla casa, alla produzione di un’opera, prima pensiero poi azione e viceversa, così nei riguardi del fiume Tevere il quale diventa uno stimolo per ritrovare quel forte rapporto tra la città e i suoi abitanti, tra gli abitanti stessi, proprio come era in passato, prima delle imponenti trasformazioni urbanistiche e sociali. Un dialogo che accorci le distanze, che conduca verso un altro paradigma, un altro luogo, più vicino

 
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